DA
«ZUFOLI SUL COLLE»
I edizione 1957 (Corso – Roma)
Oro di ricordi
Ero il despota, lieto,
de l’estate.
Il primo grillo
era sempre mio.
Erano mie
le prime gocce d’alba.
Spesso non rincasavo
a notte, e l’ava,
a lunghi passi
di befana antica,
con lan lanterne di fiabe
mi cercava.
Sole ardente
In agresti pensieri,
tutto assorto,
cinge, un villano,
d’alta siepe l’orto.
C’è sole ardente.
S’odono campane.
Ai piedi del ciliegio,
stormitore,
dorme, a ghirlanda,
floreale, il cane.
Falco su orlo di stagno
Falco reale,
roteando a piombo,
planò sull’orlo
di solingo stagno
e bevve,
con mitezza di colombo.
Poi, perlustrando a sguardi
il paesaggio,
tremulo tutto per serale brezza,
riprese, austero,
la nativa altezza.
Mugolò il cane
Vento, di notte,
attraversò il podere.
Mugolò il cane.
Cadde qualche frutto
da l’albicocco.
Si destò una rana.
Cantò una nota.
Ripiombò nel sonno.
Vanno al Santuario di Polsi[1]
Due ignoti e polverosi pellegrini
parlano,piano,
su sentiero torto:
«Bisogna, ad ogni costo, derubare
quel lento asinello
di nuvole,
che porta, santamente,
verso un vallone d’ombre,
tutti i broccati
del cadente sole».
«Curvi, attenti.
Curvi attenti.
Offriremo il bottino,
alla Madonna di Polsi,
che à il Santuario
in grembo alla montagna.
Curvi, attenti.
Curvi, attenti…
Non ci vedrà nessuno.»
Li vide, invece,
da ciglione il vento,
e, in un baleno,
disse tutto a Dio,
con labbra d’oro - argento.
Fanciullo solo tra i campi
Sei spaventato
come uccello in rete.
Riprendi gli stornelli,
a tutta lena.
Lo spettro,
che tu scorgi
oltre il sentiero,
non è che un’ombra
della luna piena.
Cretonne
Umidiccio di cielo,
un aquilone,
torna al pianoro.
Lentamente imbruna.
Logora ai bordi,
destasi la luna.
Tra banco e lavagna
Tremolare d’asticciuole,
sotto copia di parole.
Spalancata la finestra,
turba il crine
alla maestra.
Quasi sera.
Da lontano
un comignolo
montano,
fuma piano,
come pipa di pastore
sognatore.
Ora meridiana
A riva d’ombra,
ricco armento posa.
Odoroso di siepe
e di cotogna,
s’arrampica il bifolco,
in cima al sogno.
Agonia di giorno
Sono a cavallo
di muretto agreste.
O’ foglie secche, accanto,
di castagno.
Pensosa ala di vento
mi riporta
cari frammenti
di sparite voci.
Pastori ed autunno
Sorse l’autunno,
riplaccando, d’oro,
anche gli abissi.
Poi, con primi venti,
tubò i cappelli,
a cono, dei pastori.
Brontolò tra le pecore
pascenti.
Affresco
Mugghia profondo,
in grembo al mattaiolo,
un bove enorme,
a fianchi risucchiati.
Odor di primulame
il monte esala.
Rosso geranio,
il vecchio sole,
cala.
Mattino di Pasqua sul prato
Risorto è già
gridarono, nel vento,
di primavera,
i bronzi del convento.
Dal prato,
quattro pecore
in risalto,
guardarono, pensose,
verso l’alto.
Villaggio gnomico
À la grandezza
di una chiusa mano.
Ed è lontano,
lontano,
lontano.
Mani di madre
Si son messe,
al lavoro,
prima giorno.
Adesso aperte,
come una raggiera,
pregano dentro l’oro
della sera.
Lucertola
Lapidata lucertola,
da sponda
di vecchia strada
dalle siepi torte,
mostra riversa
il grigio de l’addome.
Contemplazione di ulivi
sulla vita e la morte .
Paesaggio Calabrese
Coronato di pampini,
rossastri,
l’ottobre pensieroso,
già s’invecchia.
Hanno candore, a tratti,
d’alabastri
le nubi, erranti,
che lo stagno specchia.
Schiocca una frusta
dalla via maestra.
Scintillii d’ametiste
à il letamaio.
Scrofe grugnenti,
da l’irsuto pelo,
su verde colle
vigila un porcaio.
Prime ghiande raccoglie
una villana.
Parlotta, un mendicante,
col ruscello.
Zirla una quaglia,
gracida una rana.
Ed a calciante redo
Il fulvo pelo
carezza, un veglio,
immerso in suoi ricordi.
Portando brevi note,
d’altro cielo,
piombano, a tratti,
su gli ulivi, i tordi.
Crocefissione
Tre CROCI,
sopra culmine di monte.
Tenebre. Vento.
Lampi a l’orizzonte.
Accenni d’alba
Il barroccio, postale,
fu il primo
ad incrinare
l’onice della notte.
Gallo, a distanza,
preparava il giorno.
Prima rondine
Giunta al villaggio
carezzò, a distesa,
il volto centenario
della chiesa.
Poi rasentò ,
col palpito dell’ali,
prati, già erbosi,
siepi, davanzali.
Infine, tutta canto,
fece spola,
fino al tramonto
sopra la piazzuola.
[1] Santuario sito in Aspromonte.